Amianto e FAV
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Rischio di amianto e FAV (Fibre Artificiali Vetrose)

Ormai riconosciuto a livello internazionale come grave fattore di rischio, l’amianto, anche noto come Eternit, è un materiale che purtroppo ancora abbonda in molti edifici italiani: nelle coperture di tetti, in tubazioni e nelle canne fumarie, questo materiale una volta utilizzato come isolante e fonoassorbente può sfaldarsi e ridursi in fibre minuscole. Una volta disperse nell’aria, le fibre possono essere inalate e causare gravissime patologie e carcinomi incurabili.

Le FAV (fibre artificiali vetrose) possono invece considerarsi come un successore dell’amianto: materiali a base di fibre inorganiche a struttura amorfa, vengono utilizzate come isolanti e materiali da costruzione. Anche queste fibre però possono entrare in circolo nel nostro organismo, riscontrando anche seri sintomi come infiammazioni, irritazioni delle mucose e degli occhi, placche pleuriche e anche fibrosi polmonari.

La valutazione di rischio può aiutarci a svolgere analisi e ispezioni dell’edificio per individuare eventuali tracce di fibre disperse di questi materiali e procedere con la bonifica.

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I valori limite e potenziali patologie

Sebbene la legislazione italiana ancora non abbia parametri precisi in merito ai valori soglia per l’esposizione alle fibre artificiali vetrose in ambiente chiuso, generalmente l’INAIL suggerisce di utilizzare i dati dell’American Conference of Governmental Industrial Hygienist (ACGIH) pari a:

  • 0,2 f/cm3 per le FCR;
  • 1 f/cm3 per lana di roccia, lana di vetro, lana di scoria e fibre di vetro a filamento continuo.

Gli individui che inalano dosi anche moderate di fibre di FAV possono riscontrare effetti irritativi cutanei dovuti a sfregamento, irritazioni e infiammazioni a carico di mucose, trachea e polmoni. Vi è però un sottogruppo della FAV, le FCR (fibre ceramiche refrattarie), che può provocare gravi danni alle strutture polmonari con placche e fibrosi. Dalle analisi ancora non è possibile accertare il rischio carcinogeno di questi materiali, ma le FCR sono presenti nel gruppo 2B dell’Agency for Research on Cancer a causa della biopersistenza dimostrata.

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